Razionalizzazione tributi indiretti diversi dall’IVA: il Governo approva in esame preliminare il Decreto

È stato approvato in esame preliminare dal Consiglio dei ministri, riunitosi il 9 aprile 2024, un decreto legislativo che, in attuazione della Legge delega sulla riforma fiscale, introduce disposizioni per la razionalizzazione dell’imposta di registro, dell’imposta sulle successioni e donazioni, dell’imposta di bollo e degli altri tributi indiretti diversi dall’IVA (Consiglio dei ministri, comunicato 9 aprile 2024, n. 76).

Il Governo rende noto che le nuove norme sono volte a:

– razionalizzare la disciplina dei singoli tributi;

– prevedere il sistema di autoliquidazione per l’imposta sulle successioni e per l’imposta di registro;

– semplificare la disciplina dell’imposta di bollo e dei tributi speciali, anche in considerazione della dematerializzazione dei documenti e degli atti;

– ridurre e semplificare gli adempimenti e le modalità di pagamento dei tributi;

– rivedere le modalità di applicazione dell’imposta di registro sugli atti giudiziari, con la previsione della preventiva richiesta del tributo alla parte soccombente.

 

Modifiche al Testo unico successioni e donazioni

Vengono inserite nel Testo unico sulle successioni e donazioni le aliquote e le franchigie della relativa imposta. 

Le norme intervengono anche in relazione ai trust, alle liberalità d’uso e ai trasferimenti d’azienda in ambito familiare.

In merito alle dichiarazioni di successione, si prevede la semplificazione delle informazioni e della documentazione da allegare e l’obbligo dell’invio telematico entro 12 mesi dalla data di apertura della successione, con eccezione per i residenti all’estero. Inoltre, per la liquidazione dell’imposta, viene introdotto, in sede di dichiarazione, il principio di autoliquidazione analogamente a quanto già previsto per altre imposte.

 

Modifiche al testo unico dell’imposta di registro

Il Governo interviene per implementare le procedure di gestione telematica degli adempimenti. Inoltre, si prevedono interventi di razionalizzazione, quali:

– per gli atti di trasferimento di azienda o rami di azienda, l’applicazione di diverse aliquote per il trasferimento delle diverse tipologie di beni che compongono il patrimonio aziendale, a condizione che l’atto o i suoi allegati riportino una ripartizione del corrispettivo tra le diverse tipologie di beni. In assenza di tale ripartizione si applica l’aliquota unica più elevata;

– nelle divisioni ereditarie, al fine di stabilire la massa comune, si tiene conto anche del valore dei beni donati in vita dal defunto ai soggetti tenuti alla collazione, ma tali beni non sono soggetti all’imposta di registro in sede di divisione;

– per i provvedimenti di condanna dell’autorità giudiziaria, compresi i decreti ingiuntivi, l’Agenzia delle entrate procede alla preventiva escussione nei confronti della parte condannata al pagamento delle spese o del debitore nei cui confronti il decreto ingiuntivo è divenuto esecutivo. Con riferimento agli atti giudiziari di condanna al pagamento di somme di denaro, si prevede che l’Agenzia, dopo aver registrato il provvedimento, a prescindere dal pagamento dell’imposta, provveda direttamente alla riscossione dell’imposta di registro;

– i contratti che trasferiscono diritti edificatori comunque denominati vengono ricondotti alla categoria di quelli aventi per oggetto prestazioni a contenuto patrimoniale non altrove indicati, per i quali si applicano l’imposta di registro con aliquota del 3% e le imposte ipotecarie e catastali in misura fissa pari a 200 euro;

– per i contratti preliminari si passa dalle aliquote differenziate a un’aliquota unica dello 0,5% sia in caso di caparre confirmatorie che di acconti, non superiore all’imposta di registro che sarebbe dovuta per il contratto definitivo.

 

Modifiche in materia di imposta di bollo

Per gli atti da registrare in termine fisso, viene introdotta una modalità semplificata di pagamento dell’imposta di bollo, con il versamento mediante modello F24 nel termine previsto per la registrazione dell’atto.

 

Tasse ipotecarie e tributi speciali

Sono previste modifiche al tributo dovuto per la consultazione ipotecaria con, tra l’altro, l’eliminazione della misura impositiva graduale legata al numero di formalità, l’introduzione delle voci di tariffa per i nuovi servizi dell’Agenzia delle entrate nell’ambito dell’Anagrafe Immobiliare Integrata, la riduzione degli importi delle ispezioni ipotecarie del 20% per le richieste effettuate in via telematica, l’estensione della gratuità delle operazioni inerenti al servizio ipotecario anche alle pubbliche amministrazioni diverse dallo Stato.

 

Procedure di accesso alla banca dati ipotecaria e catastale

L’accesso alla consultazione telematica delle banche dati ipotecaria e catastale sarà consentito a chiunque.

Oltre ciò, si amplia il novero dei soggetti che, per finalità di pubblico interesse o per lo svolgimento di funzioni ausiliarie in ambito giurisdizionale, possono accedere con modalità telematiche alle banche dati ipotecaria e catastale in esenzione da tributi ed oneri e si introduce un regime di gratuità per il rilascio telematico delle mappe catastali.

 

Aggiornamento delle intestazioni catastali

Viene stabilito, infine, che in caso di decesso di persone fisiche titolari di diritti di usufrutto, uso e abitazione, l’aggiornamento degli intestatari catastali  venga effettuato d’ufficio dall’Agenzia delle entrate in esenzione da tributi ed oneri sulla base delle risultanze dell’Anagrafe tributaria.

Liquidazione generale dei beni con esito infruttuoso: emissione note di variazione in diminuzione

L’Agenzia delle entrate è dell’avviso che la procedura di liquidazione generale dei beni sia riconducibile tra le procedure per le quali, in caso di infruttuosità, è possibile ricorrere all’articolo 26 del Decreto IVA, emettendo una nota di variazione in diminuzione (Agenzia delle entrate, risposta 8 aprile 2024, n. 88).

L’articolo 26 del Decreto IVA disciplina le variazioni in diminuzione dell’imponibile e dell’imposta il cui esercizio, diversamente dalle variazioni in aumento previste dalla medesima norma, ha natura facoltativa ed è limitato alle ipotesi espressamente previste.

La disciplina delle variazioni IVA è stata oggetto di ripetuti interventi normativi, da ultimo con l’articolo 18 del Decreto Sostegni-bis, in virtù del quale nel caso di mancato pagamento del corrispettivo connesso a procedure concorsuali non è più necessario attendere la conclusione delle stesse.

Per espressa previsione del secondo comma del suddetto articolo 18, tali modifiche normative apportate all’articolo 26 del Decreto IVA trovano applicazione solo con riferimento alle procedure concorsuali avviate dal 26 maggio 2021, altrimenti si deve ancora fare riferimento alla disciplina recata dal previgente testo dell’articolo 26, attendendo l’esito infruttuoso della procedura stessa per poter emettere una nota di variazione in diminuzione.

Con la circolare n. 77/E/2000, nell’individuare il momento di emissione della nota di variazione ex articolo 26 del Decreto IVA , l’Agenzia ha fatto espresso rinvio alle sole procedure concorsuali disciplinate dalla legge fallimentare.

Tuttavia, l’Agenzia osserva che, fatte salve alcune specifiche indicazioni procedurali, alla procedura di liquidazione generale dei beni si applicano le disposizioni che regolano la liquidazione coatta amministrativa, che a loro volta rinviano alle disposizioni che disciplinano il fallimento (ora liquidazione giudiziale).

 

Stante i numerosi rinvii alle disposizioni che disciplinano liquidazione coatta amministrativa, con riguardo agli effetti sui creditori e al funzionamento delle procedure volte al soddisfacimento delle loro ragioni, l’Agenzia ritiene che la procedura di liquidazione generale dei beni sia riconducibile tra le procedure per le quali, in caso di infruttuosità, è possibile ricorrere all’articolo 26 del decreto IVA, nel testo vigente ratione temporis.

In particolare, nel caso di specie, l’istante potrà avvalersi delle disposizioni di cui all’articolo 26 del decreto IVA (vigente ratione temporis) per variare i corrispettivi non incassati; a tal riguardo, dovrà attendere l’infruttuosità della procedura di liquidazione in esame ovvero, stante il rinvio contenuto nell’articolo 16 delle norme di attuazione del c.c. alle disposizioni di cui all’articolo 213 della Legge fallimentare, la decorrenza dei termini ivi previsti per l’approvazione del piano di riparto.

Fondo di garanzia per le PMI: applicazione delle misure per il sostegno e l’accesso alla liquidità

Mediocredito centrale/INVITALIA ha comunicato che con l’entrata in vigore dell’articolo 1, comma 2, della Legge n. 28/2024, è stato abrogato il D.L. n. 9/2024, recante disposizioni urgenti a tutela dell’indotto delle grandi imprese in stato di insolvenza ammesse alla procedura di amministrazione straordinaria (Mediocredito centrale/INVITALIA, circolare 5 aprile 2024, n. 8).

La Legge 15 marzo 2024, n. 28, recante disposizioni urgenti in materia di amministrazione straordinaria delle imprese di carattere strategico, è entrata in vigore il 19 marzo 2024 ed ha:

  • abrogato il D.L. n. 9/2024, contenente disposizioni urgenti a tutela dell’indotto delle grandi imprese in stato di insolvenza ammesse alla procedura di amministrazione straordinaria;

  • convertito in Legge il D.L. n. 4/2024, riguardante disposizioni urgenti in materia di amministrazione straordinaria delle imprese di carattere strategico;

  • introdotto nel D.L. n. 4/2024 l’articolo 2-bis, recante misure per il sostegno e l’accesso alla liquidità delle microimprese e delle piccole e medie imprese che forniscono beni e servizi a imprese di carattere strategico ammesse alla procedura di amministrazione straordinaria, nel quale è confluita, con alcune modifiche, la disciplina relativa all’intervento del Fondo, in precedenza contenuta nell’articolo 1 del D.L. n. 9/2024.

In particolare, la garanzia del Fondo è concessa alle micro, piccole e medie imprese, anche se rientranti nella fascia 5 del modello di valutazione di cui alla parte IX delle vigenti Disposizioni Operative, che:

– sono fornitrici e creditrici nei confronti di imprese che gestiscono almeno uno stabilimento industriale di interesse strategico nazionale ai sensi dell’articolo 1 del D.L. n. 207/2012 e che sono state ammesse alla procedura di amministrazione straordinaria in data successiva al 3 febbraio 2024;

– hanno prodotto, negli ultimi cinque esercizi precedenti la data di presentazione della richiesta di garanzia, almeno il 35% del fatturato medio complessivo nei confronti del committente sottoposto alle procedure di amministrazione straordinaria.

 

Per questa tipologia di imprese, la garanzia è concessa a titolo gratuito su finanziamenti di importo massimo pari ai crediti vantati nei confronti dell’impresa committente, fino alla misura:

– dell’80% dell’importo dell’operazione finanziaria, nel caso di garanzia diretta;

– del 90% dell’importo dell’operazione finanziaria garantita dal garante di primo livello, nel caso di riassicurazione.

 

In fase di presentazione della richiesta di ammissione alla garanzia del Fondo, tali soggetti richiedenti dovranno trasmettere la dichiarazione sostitutiva di atto notorio prevista dal comma 2 del predetto articolo 2-bis ai fini della certificazione dell’importo del fatturato medio e dei crediti vantati nei confronti dell’impresa committente.